Perché proprio Cystoseira ?
Il consenso scientifico è chiaro: gli ambienti marini, in particolar modo quelli costieri, sono minacciati dalle attività umane. Perdere gli habitat che li popolano significa perdere anche i beni e i servizi che forniscono. La chiave per preservare la biodiversità del Mar Mediterraneo risiede nel ricostruire gli ecosistemi marini: un mare in salute garantisce benefici anche a noi che viviamo fuori dall’acqua.
Il termine Cystoseira indica un gruppo eterogeneo di alghe brune, tra le più importanti specie strutturanti nell’habitat di scogliera. Le alghe brune costruiscono habitat complessi sul fondale roccioso: vere e proprie foreste marine che danno rifugio a innumerevoli altri organismi. In loro assenza, molte creature non trovano un ambiente adatto in cui vivere.
Un tappeto di Cystoseira in salute fornisce preziosi servizi ecosistemici, tra cui un arricchimento della biodiversità degli ecosistemi bentonici nelle acque basse. Come ingegneri sottomarini, le alghe brune forniscono zone adatte alla nursery e al nutrimento per diverse specie di pesci e crostacei, anche di interesse commerciale. Giocano un ruolo importante nel ciclo dei nutrienti e nel sequestro di anidride carbonica, aiutando a mitigare la crisi climatica. Il restauro degli habitat di Cystoseira è una valida soluzione a lungo termine per migliorare il capitale naturale di un ambiente e mantenere tutti i suoi servizi ecosistemici.
Sfortunatamente, alcune specie di Cystoseira sono già localmente estinte. Il loro declino è stato registrato in tutto il mondo. Tra i rischi che corriamo a causa della crisi climatica la perdita di biodiversità è forse il più allarmante. La scomparsa di specie marine implica la perdita di servizi ecosistemici con conseguenze imprevedibili. Abbiamo urgente bisogno di tecniche efficaci e sostenibili per restaurare le foreste marine e sostenere la bodiversità marina. Qua entra in gioco REEForest.
Grazie all’esperienza ottenuta nel corso del precedente progetto LIFE “ROCPOP”, invertiremo l’attuale stato di degrado di Cystoseira in alcune zone. L’obiettivo a lungo termine è restaurare le foreste marine del Mediterraneo alla loro estensione originale.
Il nostro lavoro è diviso in 6 working packages.
WP1 - Gestione di progetto
L’Università di Trieste è il leading partner del progetto REEForest: spetta ai suoi rappresentanti coordinare i vari partner e stimolare gli avanzamenti del progetto.
L’obiettivo di questo working package è assicurare che tutte le azioni siano svolte nelle tempistiche previste e con i più alti standard di qualità. Sono state nominate tre commissioni composte da delegati scelti da ciascun partner per monitorare le varie fasi del progetto:
- La Commissione per la Coordinazione del Progetto supervisiona ogni accordo fra partner, monitora i risultati del progetto e gestisce le risorse a disposizione;
- la Commissione per la Coordinazione Tecnica è responsabile per il funzionamento della struttura di gestione tecnica, per esempio per gli aggiornamenti degli indicatori di performance;
- La Commissione per la Coordinazione Amministrativa si prende cura di tutte le questioni finanziarie e amministrative, seguendo le linee guida della Comunità Europea per la sostenibilità di prodotti e servizi (come da Green Public Procurement).
Il coordinamento scientifico è supervisionato dalla Professoressa Annalisa Falace dell’Università di Trieste, Management Coordinator del progetto. Ricopre un ruolo fondamentale nella realizzazione ed esecuzione del progetto, per garantirne la continuità una volta terminato e per fare da intermediaria tra i partner e l’autorità per il monitoraggio, ovvero l’Agenzia esecutiva europea per il clima, l’infrastruttura e l’ambiente (CINEA).
WP2 - Raccolta e colture
Per ripopolare il Mediterraneo di foreste di Cystoseira è necessario raccogliere, far riprodurre e trapiantare le specie selezionate. Nei siti riceventi le foreste marine non ci sono più o sono fortemente degradate. La riforestazione avverrà seguendo i ritmi naturali, lasciando che le nuove alghe ricolonizzino l’area designata.
Dopo aver selezionato i siti riceventi, il primo passo per il restauro previsto dal progetto REEForest è trovare una zona adatta in cui prelevare i campioni di Cystoseira. Le alghe sono raccolte dove sono ancora abbondanti e nel momento in cui sono fertili. Vengono prelevati gli apici delle specie selezionate e sono trasferiti in un ambiente controllato dove può avvenire la fecondazione. Le alghe appena nate sono tenute in laboratorio fino a quando raggiungono una dimensione adeguata. A questo punto i thalli, ovvero i corpi dei giovani individui, sono trapiantati nei siti riceventi.
L’Università di Trieste è l’istituzione che coordina questa parte del progetto anche grazie all’esperienza del precedente progetto LIFE “ROCPOP”. Le conoscenze acquisite hanno reso possibile effettuare il campionamento subacqueo senza colpire la popolazione donatrice e trasportare gli apici fertili con un tasso di sopravvivenza del 99%.
I siti donatori sono stati selezionati all’interno di quattro Aree Marine Protette partner di REEForest:
Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre – Sardegna, Italia
Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni (Santa Maria di Castellabate and Costa Infreschi e della Masseta) – Campania, Italia
Isola di Bergeggi – Liguria, Italia
Gyaros Island – Mare Egeo Centrale, Grecia
La raccolta degli apici fertili di Cystoseira viene ripetuta una volta all’anno in ogni sito per tre anni consecutivi, per un totale stimato di 15400 campioni. Una volta prelevati, gli apici sono trasportati nel laboratorio adibito alla coltivazione più vicino. Le strutture che si occupano di coltivare la Cystoseira per REEForest sono tre: l’Università di Trieste, l’Università di Genova e il Centro Ellenico per la Ricerca Marina (HCMS).
Una volta in laboratorio, i pezzi di Cystoseira raccolti sono collocati su dischetti di argilla di 4 centimetri chiamati Unità Riproduttive. La fecondazione tra gameti maschili e femminili avviene dentro le strutture riproduttive degli apici fertili senza bisogno di ulteriore intervento umano. Il numero di nuovi embrioni ottenuti in questo modo è stimato attorno ai 1275000. I ricercatori si prendono cura delle nuove alghe fino a quando raggiungono lo stadio giovanile e le dimensioni adeguate al trapianto previsto dal prossimo passo del progetto REEForest.
WP3 - Restauro attivo
Questo working package costituisce la parte principale del progetto REEForest: le alghe coltivate in laboratorio vengono trapiantate sul fondale roccioso dei siti riceventi. La tecnica usata si chiama outplanting ex situ e sarà applicata a tutte le Aree Marine Protette che partecipano al progetto; la fase di trapianto inizia con il trasporto dei giovani thalli dall’ambiente controllato del laboratorio ai siti riceventi.
Nelle aree marine del Cilento e del Sinis verrà sperimentata anche un’altra tecnica di restauro con la Cystoseira ancora presente nel sito donatore, chiamata outplanting in situ.
L’Università di Trieste è il leading partner per questa fase del progetto e, con la collaborazione dell’Università di Genova, dell’Università di Napoli Parthenope e del Centro Ellenico per la Ricerca Marina, è responsabile del trasferimento delle giovani alghe dalle strutture di coltivazione di ciascuna istituzione ai siti riceventi più vicini.
Per ridurre il rischio di danneggiare la Cystoseira durante il trasporto, i dischi di argilla a cui i giovani individui si sono precedentemente radicati sono trasportati in strutture stabili che contengono la giusta quantità di acqua alla giusta temperatura. Il tempo è una variabile essenziale: non importa quanto lontano sia il laboratorio, il trasporto fino al sito ricevente richiede non meno di diciotto ore.
Diverse specie di Cystoseira sono trapiantate con il metodo ex-situ in diverse aree costiere. I dischi di argilla con Cystoseira amentacea sono attaccati direttamente alla superficie degli scogli con cacciaviti; questa specie prospera anche quando non è costantemente ricoperta dall’acqua e il restauro avviene nella zona di marea. Le altre due specie target, Cysoseira spinosa e Cystoseira crinitophylla, vivono nella zona infralitorale e vengono trapiantate alla stessa profondità in cui si trovano nel sito donatore. Per trapiantare quest’ultime i dischi d’argilla vengono fissati temporaneamente su un telaio metallico a sua volta ancorato sul fondale roccioso. Questo tipo di struttura rigida viene usata come supporto perché sott’acqua è più facile e più veloce sistemare un singolo supporto con molte Unità Riproduttive rispetto ad ancorare un dischetto alla volta. In questa fase, non spostare le singole unità permette di ridurre lo stress per le giovani alghe. Come già sperimentato con successo nel progetto LIFE ROCPOP, il lavoro prosegue tornando successivamente nei siti riceventi e spostando soltanto le Unità Riproduttive in cui le alghe sono sopravvissute dal telaio metallico agli scogli.
Il metodo in-situ invece consiste nel fissare agli scogli dei sacchetti a rete biodegradabili contenenti rametti fertili di Cystoseira e lasciare che la fecondazione e la crescita delle nuove alghe avvengano senza ulteriore intervento. I gameti sono rilasciati attraverso le maglie della rete in modo che gli embrioni si ancorino sulla roccia sottostante. Anche se il tasso di sopravvivenza e crescita delle nuove alghe sono più bassi che in mesocosmo (in laboratorio) a causa di una mortalità maggiore in natura, il vantaggio di questa tecnica risiede nel richiedere un minore costo e poco intervento umano.
Usare entrambe le tecniche contemporaneamente porterà a un aumento del numero totale di thalli dopo l’intervento grazie allo spillover naturale che avviene dopo il trapianto.
WP4 - Monitoraggio e valutazione
Tutte le attività del progetto REEForest sono monitorate per valutare se le attività intraprese stanno procedendo nella giusta direzione o se si debba modificare qualcosa per raggiungere al meglio gli obiettivi prefissati. L’istituzione che coordina questo working package è l’Università di Genova.
Prima di tutto, ogni partner coinvolto nella coltivazione delle alghe in laboratorio deve controllare che gli apici fertili di Cystoseira siano stati raccolti e trasportati nel modo giusto. L’obiettivo è ricevere la giusta quantità di alghe fertili in ciascuna struttura di coltivazione e che ci siano abbastanza ricettacoli maturi pronti a rilasciare i gameti una volta posti sui dischi di argilla.
Dopo l’arrivo nella struttura di coltivazione è essenziale controllare se la crescita degli embrioni di Cystoseira nel laboratorio procede come previsto e, dopo il trapianto, se il processo di trasferimento nei siti riceventi sia stato efficace.
Poi, se tutto si svolge come previsto, la popolazione di Cystoseira restaurata porta un miglioramento dello status ecologico all’interno e intorno al sito di trapianto. L’impatto dei servizi ecologici ottenuti restaurando le foreste marine è misurabile anche a livello socio-economico sulla comunità umana circostante.
I dati raccolti durante la coltivazione e successivo trapianto nelle quattro Aree Marine Protette, che sono anche siti Natura 2000, fanno sì che l’efficacia del restauro possa essere valutata. L’efficienza della coltivazione sarà valutata ad esempio attraverso la percentuale di giovani individui che sopravvivono sui dischi d’argilla dopo essere stati trasportati sul campo.
Per misurare l’efficacia dell’outplanting, sia per le tecniche in-situ che ex-situ, saranno acquisiti video e immagini in alta risoluzione. Il materiale multimediale sarà usato per monitorare la crescita e lo stato di salute della popolazione di Cystoseira. Saranno esaminate le condizioni di salute sia delle alghe trapiantate dal laboratorio che quelle nate dalla ricolonizzazione dopo il restauro; i dati ottenuti saranno comparati con il tasso di sopravvivenza, di crescita, di fertilità e di distribuzione prima delle attività di restauro.
In particolare, il miglioramento dell’habitat dopo aver completato le attività di progetto sarà valutato alla luce degli obiettivi fissati dal Consiglio direttivo sul quadro delle acque (WFD) e dal Consiglio Direttivo sul quadro della strategia marina (MSFD) dell’Unione Europea. Altri effetti positivi dovuti al restauro di Cystoseira sul fondale marino saranno valutati usando gli indicatori presenti nella direttiva per il buono status ambientale, come ad esempi l’indice dato dalla Cartografia delle comunità delle coste rocciose litorali e sovra litorali (“CARLIT”), l’indice di valutazione ecologica (“EEI”) e l’indice di qualità basato sugli ecosistemi (“reef-EBQI”). Possiamo così misurare lo status ecologico della costa dove Cystoseira è stata restaurata e verificare se la riforestazione abbia permesso un recupero a un livello ecosistemico.
Questa parte del progetto si conclude con la stesura di un protocollo metodologico per il monitoraggio delle coste e la mappatura degli habitat di Cystoseira. ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, partner di REEForest, raccoglierà i dati necessari attraverso una combinazione innovativa di sistemi informativi geografici (GIS) e l’acquisizione di dati fotogrammetrici 3D usando sistemi aerei pilotati da terra (droni).
Alla fine della durata del progetto ci aspettiamo che le tecniche usate portino ai seguenti risultati:
· Metodo ex situ: sopravvivenza di almeno i due terzi dei dischi trapiantati, con almeno un individuo adulto per ciascuno, in termini numerici 2400 nuove alghe per le Aree Marine Protette della penisola di Sinis e del Cilento, 1000 per gli atri siti target.
· Metodo in situ: sopravvivenza e crescita di 1000 nuove alghe in ogni sito target.
WP5 - Disseminazione e comunicazione
Comunicare le attività e gli obiettivi di REEForest è fondamentale per riuscire a far conoscere il restauro attivo e lo sforzo necessario alla conservazione di Cystoseira descritto attraverso gli altri working packages. Molteplici iniziative di comunicazione permetteranno il coinvolgimento sia del pubblico generico che specializzato. Faremo conoscere l’impatto del progetto attraverso la diffusione del ruolo e dell’importanza delle foreste marine e come proteggerle.
Sensibilizzare, disseminare l’informazione e diffondere la consapevolezza di come REEForest ha ottenuto il restauro di Cystoseira e quindi il miglioramento dello status di uno dei più importanti ecosistemi marini è parte di questo capitolo del progetto, guidato da Shoreline.
Gli obiettivi principali sono:
· allargare e rafforzare la rete esistente di stakeholder ereditati dal progetto LIFE ROCPOP;
· influenzare la percezione pubblica attraverso iniziative di divulgazione e promuovere comportamenti che potrebbero avere un impatto positivo sulla biodiversità;
· far conoscere il nostro protocollo all’interno della comunità scientifica
· coinvolgere anche attori economici;
· promuovere il programma LIFE europeo e il network 2000 come strumenti per implementare norme a tutela della biodiversità all’interno della comunità.
La comunicazione del progetto REEForest tiene insieme i precedenti working packages: l’obiettivo non è soltanto permettere ad altre organizzazioni di ripetere le azioni del progetto e restaurare altre zone, ma anche far diventare la riforestazione di foreste marine una pratica diffusa per la gestione degli ecosistemi costieri. L’approccio usato da REEForest ambisce a diventare un punto di riferimento a livello di governance e istituzioni, sia nazionali che internazionali.
La presenza di prestigiosi istituti di ricerca come l’Università di Trieste, l’Università di Genova, l’Università di Napoli-Parthenope, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, e la collaborazione con quattro Aree Marine Protette, ovvero l’Isola di Gyaros, l’Isola di Bergeggi, il Parco Nazionale del Cilento e la Penisola del Sinis, garantiscono il supporto scientifico al progetto. Il contributo di tutti i partner permetterà di stabilire relazioni virtuose con i politici e di aiutare nell’adempimento delle richieste della Direttiva strategica marina, del Piano di recupero e resilienza (PNRR) e anche del Green Deal Europeo.
Questo modello concettuale si riferisce allo scopo di integrare, dove possibile, ogni aspetto del progetto in un’agenda istituzionale e legislativa. Ad esempio, potremmo riuscire a far aggiungere le foreste marine di Cystoseira alla lista IUCN di habitat minacciati, ad esempio includendo l’habitat 1170 (scogliere subacquee) in un contesto di contabilità ambientale. Inoltre, il nostro approccio fornisce uno strumento operativo efficace ai direttori di Aree Marine Protette per aggiornare i piani di gestione attraverso gli interventi standardizzati per la gestione efficace di aree marine protette (ISEA), in particolar modo per le Aree specialmente protette di interesse mediterraneo (SPAMI).
Gli attori che hanno già espresso il loro interesse nel partecipare agli eventi di comunicazione di REEForest sono il Centro di Attività Regionale per le Aree Specialmente Protette (SPA/RAC), la Rete delle Aree Protette del Mediterraneo (MedPAN), la Rete delle Aree Protette dell’Adriatico (AdriaPAN), l’Ufficio del Programma Mediterraneo del WWF (WWF MedPO), Marevivo, WWF Grecia, la Società Ellenica per lo Studio e la Protezione della Foca Monaca (MoM), la Società Ellenica per la Protezione della Natura (HSPN), l’Istituto di Ricerca sui Cetacei Pelagos e molti altri.
Grazie al loro aiuto, le capacità del progetto di procedere secondo l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e la Decade delle Nazioni Unite per il Restauro degli Ecosistemi (2021-2030) sono più alte che mai, permettendo a REEForest di ottenere i suoi obiettivi a lungo termine anche dopo la fine ufficiale del progetto.
WP6 - Sostenibilità, riproducibilità e uso dei risultati del progetto
L’ultimo working package è coordinato dall’Università degli studi di Napoli – Parthenope e mira ad amplificare l’impatto di REEForest trasferendo le buone pratiche del progetto, il know-how e la metodologia seguita ad altre Aree Marine Protette e istituti di ricerca. I partner svilupperanno linee guida, kit, protocolli metodologici, manuali, lezioni e altro materiale mediatico che permettano di replicare l’approccio usato da REEForest e riforestare Cystoseira in molti altri posti del Mar Mediterraneo. L’obiettivo è di trasferire i metodi usati per la conservazione, la valutazione economica, il monitoraggio e il vero e proprio restauro.
Undici Aree Marine Protette del Mar Mediterraneo sono già state raggiunte dalla campagna di sensibilizzazione per gli habitat di Cystoseira lanciata all’interno del precedente progetto LIFE ROC-POP. I partner prevedono di coinvolgere più istituzioni nello sviluppo, riproducibilità e trasferibilità di REEForest e vogliano implementare queste linee guida nei loro piani di gestione. In Grecia, l’Agenzia per l’Ambiente Naturale e il Cambiamento climatico (NECCA), l’autorità nazionale responsabile del network di Natura 2000 che coordina l’implementazione delle politiche per tutte le aree protette nazionali, sostiene già la diffusione dei risultati di REEForest all’interno della sua rete e adotterà i risultati ottenuti da LIFE REEForest a livello nazionale.
In Italia, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MESA) ha sviluppato una strategia unificata chiamata CReIAMO PA – “Competenze e reti per l’integrazione ambientale e per il miglioramento delle organizzazioni della Pubblica Amministrazione” per preparare azioni che risolvano le criticità nella governance di politiche ambientali. In questo contesto, il progetto LIFE ROCPOP è già stato preso ad esempio per promuovere nuove azioni sotto il nuovo Programma per le Misure e la Strategia marina nazionale. REEForest si inserirà con continuità con i nostri successi passati per favorire la riproduzione del progetto attuale anche dopo la sua conclusione.
Man mano che le attività previste da REEForest procedono viene gradualmente redatto un Piano di Riproduzione che contiene tutte le informazioni necessarie per garantire il trasferimento delle conoscenze agli stakeholder e alle altre istituzioni. Conterrà un protocollo per la riproducibilità del protocollo di riforestazione, una campagna per trovare nuovi siti di restauro, lo sviluppo di strumenti per l’insegnamento e molto di più. Tutti i partner del progetto saranno coinvolti nello sviluppo del piano secondo un approccio collaborativo e interdisciplinare. Il suo contenuto sarà incorporato nell’After LIFE Plan strutturato per assicurare che REEForest continui anche oltre alla durata del progetto.
Gli strumenti per la riproducibilità del progetto vengono sviluppati per migliorare le attività di monitoraggio, la preparazione di piani di gestione e le strategie per il restauro di Cystoseira. I destinatari di tutti questi strumenti sono i gestori di Aree Marine Protette, amministratori locali, ricercatori, professionisti di gestione ambientale e studenti universitari.
Con tutte queste iniziative siamo sicuri di riuscire a trasferire i nostri protocolli di raccolta, trasporto, gestione del laboratorio, distribuzione e tecniche di comunicazione che potrebbero potenzialmente essere applicati ad altre specie oltre alla Cystoseira.