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Giardinieri marini in azione al Parco Nazionale del Cilento

Mentre sta monitorando il fondale di fronte a Punta Licosa, qualcosa di nuovo attira la sua attenzione. A dieci metri di profondità, le fronde algali appaiono più luminose rispetto alle immersioni precedenti.


Avvicinandosi al primo ciuffo di Cystoseira ancorato alla roccia, Francesco non riesce a contenere l’entusiasmo: il riflesso della risacca su quei piccoli puntini luminosi in cima ai talli illumina i suoi occhi dietro la maschera. Il ricercatore sa che è solo l’inizio di ciò che stavano aspettando: le alghe hanno iniziato il loro periodo fertile!


Uno dei luoghi in cui il progetto REEForest mira a ripristinare la Cystoseira è l’Area Marina Protetta di Santa Maria di Castellabate, nel Cilento.


Questo particolare gruppo di alghe brune, protagonista delle nostre avventure, una volta formava rigogliose foreste lungo quel tratto di costa, verso la città di Agropoli. Oggi la Cystoseira è declinata al punto di trovarsi soltanto nel promontorio meridionale


Il progetto REEForest prevede la raccolta di campioni di alghe brune, la riproduzione in ambiente controllato e il trapianto in luoghi selezionati. Per ottenere i gameti necessari alla coltivazione in laboratorio bisogna prelevare gli apici dei rami delle alghe durante il loro periodo di massima fertilità.


Una volta che questi apici sono stati raccolti e poi cresciuti in laboratorio fino alle dimensioni appropriate (dette dimensioni di rifugio), le nuove plantule saranno reintrodotte in natura, ma questa volta nel sito ricevente.


Il sito scelto ricevere il trapianto, a poche miglia nautiche dal sito donatore, è attualmente privo di qualsiasi presenza di Cystoseira. Tuttavia, grazie al progetto REEForest, le foreste marine potranno tornare a prosperare.


I ricercatori dell’Università di Napoli – Parthenope hanno il compito di stabilire quando e se la Cystoseira inizia a sviluppare propaggini fertili. Ecco il motivo dell’entusiasmo di Francesco, è arrivato il momento della raccolta dei campioni!


Dopo aver informato i partner del progetto che le due specie di Cystoseira selezionate per il restauro sono pronte per la raccolta, una delegazione di Shoreline è partita da Trieste per unirsi ai ricercatori napoletani per un primo tentativo di campionamento.


Nonostante il forte vento e qualche corrente sostenuta, Saul, Marco, Tommaso, Luca e Francesco sono riusciti a condurre una serie di immersioni nel giro di pochi giorni. Sono riusciti a raccogliere alcuni apici di Cystoseira corniculata e crinitophilla dal fondale roccioso di Punta Licosa nel Parco Nazionale del Cilento.


Questo garantisce la sostenibilità del campionamento: tagliando solo alcune delle piccole fronde fertili, facilmente riconoscibili sott’acqua per la presenza di numerosi piccoli rigonfiamenti biancastri alle loro estremità, non si avrà un impatto significativo sulla popolazione algale.


Una volta trasportate a terra, le fronde sono state sottoposte a un rapido processo di pulizia per rimuovere gli epifiti che avrebbero potuto contaminare l’intera coltivazione in laboratorio. Sono state poi immediatamente trasferite nel fresco di un furgone dell’Università di Trieste, dove saranno consegnate all’équipe della professoressa Falace.


Ora non resta che aspettare e vedere se il momento della raccolta è stato quello giusto. Le variabili in gioco sono molte, quindi incrociamo le dita!


Presto altri aggiornamenti!

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